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Bergamo, patrimonio UNESCO

Una lunga storia che si conclude con un fine più che lieto: le opere di difesa veneziane, dislocate lungo un percorso transnazionale, da Bergamo al Montenegro passando per la Croazia, vengono riconosciute dall’UNESCO come 53esimo patrimonio italiano

Il ruolo strategico nella Serenissima
Il ruolo strategico assunto da Bergamo all’interno del sistema difensivo dello Stato veneto, portò alla decisione di trasformare la città in una fortezza. Dal 1561 il Governatore generale della Serenissima, Sforza Pallavicino, diresse le operazioni della nuova struttura bastionata che mutarono per sempre l’aspetto della città. La cattedrale di Sant’Alessandro, il convento di Santo Stefano e di San Domenico, le chiese di San Giacomo e San Lorenzo e numerose case che si trovavano sul tracciato delle nuove mura, furono demolite causando ingenti danni economici alla popolazione mai risarciti.
Entro la fine del 1561 erano già stati tracciati e fondati i baluardi del Forte di San Marco, quelli di San Lorenzo, San Giovanni, Sant’Alessandro, San Giacomo e la tenaglia di Sant’Agostino.
Negli anni successivi i lavori proseguirono a ritmi più lenti. Vennero realizzate, in corrispondenza delle principali direttrici stradali, le porte San Lorenzo, Sant’Alessandro, San Giacomo, e Sant’Agostino che erano già state progettate nei primi anni del cantiere (1562-1563), molto probabilmente da un’unica mano. Solo dopo la morte di Sforza Pallavicino, avvenuta nel febbraio 1585, e la successiva nomina a direttore dei lavori di Giulio Savorgnan, si giunse alla chiusura definitiva della cinta fortificata con la realizzazione del baluardo della Fara, terminato nel 1588.

Cosa vedere
La visita di Bergamo non può che cominciare dal suo centro storico, situato in Città Alta, a 250 metri di altitudine, dove è iniziata la sua storia secolare. Raggiunta dal basso con la funicolare, è protetta da una splendida cinta muraria ben conservata, le Mura Veneziane (Patrimonio Unesco) eretta nel XVI secolo durante la dominazione della Serenissima come sistema difensivo. All’interno si trovano i luoghi e i monumenti più importanti: da Piazza Vecchia, definita “la piazza più bella d’Europa” da Le Corbusier e dominata dal Campanone, che ancora oggi, i suoi 100 rintocchi alle 10 di sera, ricordano quando venivano chiuse le porte della città, al Duomo, la Basilica di Santa Maria Maggiore e, ancora, la Rocca, la fortificazione trecentesca. Qui, dall’alto, passeggiando con la calma di questo luogo, si può godere di una vista panoramica a 360° sulla città e le montagne circostanti.
La Città Bassa, nonostante sia anch’essa di origini antiche con luoghi storici, ha vissuto uno sviluppo più tardivo e rappresenta il cuore più moderno e commerciale di Bergamo. Per secoli il centro abitato era costituito da borghi circondati. Solo nella seconda metà dell’Ottocento, con lo spostamento dei luoghi amministrativi dalla Città Alta, l’area venne ripensata in base alle moderne esigenze dall’architetto Marcello Piacentini. Il percorso di vista si snoda tra piazza Vittorio Veneto, il salotto di Bergamo, dominata dalla Torre dei Caduti, e il cosiddetto Sentierone, un viale alberato fiancheggiato da portici. Nella Città Bassa, poi, si trovano alcune delle istituzioni culturali più importanti di Bergamo: dall’Accademia Carrara, una del pinacoteche più importanti del mondo, alla GAMeC, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, al Museo Donizettiano, dedicato al celebre compositore bergamasco Gaetano Donizetti

Cosa Mangiare
Bergamo e la sua provincia vanta piatti semplici e sostanziosi, che si tramandano di generazione in generazione, preparati con ingredienti e prodotti genuini provenienti dal territorio. Dagli antipasti ai dolci, accompagnati da ottimi vini locali, sa soddisfare anche i palati più esigenti.
Primi fra tutti, i formaggi per i quali Bergamo vanta il titolo di Città Creativa Unesco per la Gastronomia dal 2019. Grazie alla secolare cultura casearia che si è sviluppata nelle valli orobiche, tra alpeggi incontaminati e mandrie allevate dai bergamì, da queste terre provengono ben nove formaggi con il marchio DOP, come il Bitto, la Formaggella della Val di Scalve, il Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana e il Quartirolo, a cui si aggiunge lo Strachitunt, uno dei formaggi di più antica produzione.
Sempre dalle valli provengono i salumi e insaccati, genuini e saporiti, da gustare da soli come antipasto oppure come ingredienti di diverse ricette: il salame di Montisola, il salame della bergamasca, la salsiccia di castrato, la coppa o il prosciutto crudo, detto anche il botto, e il cotechino.
Tra i piatti tipici, un grande classico sono i casoncelli, o casonsèi, ravioli dalla forma allungata, ripieni di carne di maiale o di manzo e conditi con burro insaporito con salvia e pancetta. Una variante tipica del paese di Parre è lo scarpinòcc, dalla forma simile a quella del casoncello ma ripieno di formaggio, uova, burro, spezie e pangrattato.
Sulle tavole bergamasche, poi, non può mancare la polenta taragna. Un piatto povero e tipicamente contadino che, a differenza della versione classica diffusa ampiamente nel nord Italia, è base di farina di mais e di farina di grano saraceno e condita con formaggio, generalmente Fontina o Branzi, uno dei più antichi e tipici formaggi delle Prealpi Orobie. Può essere gustata da sola o accompagnata a piatti di carne, come stufati di maiale, di cinghiale o per preparare la famosa polenta e osei, servita con piccoli uccelletti come quaglie, tordi o fringuelli cucinati arrosto.
Tra i dolci, esiste anche una versione dolce della polenta e osei, preparata in genere con una base di polenta e pasta di mandorle e decorata con uccellini di cioccolato. Un altro dessert tipico è la torta Donizetti creata dalla pasticceria Balzer come omaggio all’illustre cittadino in occasione del centenario della sua morte. Si tratta di una ciambella arricchita di ananas e albicocche candite e insaporita con maraschino e vaniglia. Tra i dolci si nasconde anche una curiosità: il gelato alla stracciatella, diffuso in tutto il mondo, è nato proprio a Bergamo nel 1961 da Enrico Panattoni che arricchì il fiordilatte con scaglie di cioccolato fondente.

Ad accompagnare questa cucina semplice e sostanziosa non può mancare il vino. Tra quelli più rinomati di Bergamo e provincia sono il Valcalepio rosso DOC, prodotto con uve merlot e cabernet sauvignon, il Valcalepio bianco DOC, da uve pinot bianco e chardonnay, e il Moscato di Scanzo, un rosso da dessert prodotto sulle colline del comune di Scanzorosciate (la più piccola DOCG d’Italia) con uva vendemmiata tardivamente, appassita per quaranta giorni e da far maturare almeno due anni in bottiglia.

Fonti:
VISIT BERGAMO – https://www.visitbergamo.net/it/siti-unesco/
DOVE – https://viaggi.corriere.it/europa/italia/bergamo-cosa-vedere-e-cosa-fare/
PRIMOCHEF  – https://primochef.it/casoncelli-alla-bergamasca/ricette/